Il poeta analfabeta che dipinge la sua meta
pennellandone il perché del come e quando
con la rima desueta che ricama con la seta
stando alzato sul suo trono sempre urlando
chiude gli occhi per vedere che la musica di sfere
s'apre come un turbinio che descrivere ora oso
pare un falso nullaosta per marasma di chimere
che vorrebbe risvegliare l'attenzione del curioso
che si pasce del mangiare e di star sullo scontroso
provocando a bella posta discussioni poco chiare
non sapendo quel che costa stare tutto il dì a riposo
a intrecciare quella cesta ch'è riempita del ciarlare
che lo rende un bel poema nel descrivere la pena
estraendone parole che percorron con le suole
la discesa di una vita ch'è in salita e senza lena
penetrandogli stizzita come spina che gli duole
quando dietro a quella porta la sua meta agognava
per entrar nella sua vita diventata troppo smorta
la sua schiena s'incurvava e la mano un po' tremava
concertando rime in panne per un'anima già morta
da poeta analfabeta che ha scordato la sua meta
nel mischiare dei colori che hanno perso i loro umori
spiaccicando le emozioni riducendole acqua cheta
nello scambio che c'è stato con il dentro e ciò ch'è fuori