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Un appiglio

Io del nord
con questi miei tratti slavi,
tu del sud
con un labbro cascante che si fa scivolare via la vita.

È come un viaggio a ritroso, in treno.


Tu che vivi nella tua bolla di ricordi
sotto forma di mobile antico
(legno pregiato)
io che sono prigioniero in una città ostile.

Ma tra albe e tramonti
dovrebbe esserci un punto d'incontro
tra vecchiaia e gioventù
un appiglio di sopravvivenza
come un artiglio che profuma di gelsomino.

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tre figli sul comò
caos goccia a goccia
che brucia ancora un po'...

 

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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • silvia leuzzi il 18/06/2014 22:43
    Ma sai Fri che hai preso Palazzeschi lo hai portato in mezzo ai beatnik per poi farli schecherare da un Fortini dell'avanguardia italiana degli anni sessanta. Sarà che come posso metto la testa tra i versi per fuggire da me stessa che ormai vivo in compagnia di ombre e questa mia recensione è frutto di labirinti di idee. Bella bella davvero
  • Anonimo il 18/06/2014 19:44
    Credi possa esserci ancora un appiglio? Mi sembrate così diversi.
    La tua ancora di salvezza è però descritta bene.
    Finuccia

3 commenti:


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