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Der Tod in Venedig

Il tuo sguardo è il mare:indescrivibile.
Guardi l'orizzonte con curiosità infantile, girati!
Sono io, tutto ciò che devi vedere.
I tuoi ricci dorati cadono sulle tue esili spalle,
celato dal costume a righe è il tuo corpo.
Tadzio, diavolo tentatore!
Mio giovane amore!

Accaldato giochi sulla riva del mare,
sei prima un famoso generale, poi un povero pescatore.
Mi accompagni nelle calde notti d'estate,
esalazioni salmastre annebbiano i miei pensieri,
il fetore delle vie avvolge i desideri di noi poveri esseri mortali
La tua eterea bellezza, perfetta appare, a chi è così stolto da non saper guardare,
solo io posseggo la conoscenza universale,
solo io ho avuto premonizione del tuo segreto mortale.


Dio!
Privami della ragione e del sapere, se ciò significa soffrire.
Rendimi un ignaro passante, noncurante del suo giocare.
Rendimi uno spensierato bagnante che ha da poco imparato a nuotare.
Ma non lasciarlo andare, prima che io lo possa seguire,
voglio che sia lui a guidare il mio infinito vagare.

Nell'ultimo istante, prima dell'estremo saluto,
ti giri a guardare un povero vecchio seduto in riva al mare,
hai scorto le mie urla dal mio supplichevole sguardo
nella mia mente non faccio altro che invocare il tuo nome.

Silenzioso ti abbandono mondo tanto odiato,
ora che sono stato, a modo mio, amato.
Il mio sguardo hai ricambiato,
il patto eterno è stato sigillato.
Posso andare incontro al mio destino,
ma con la consapevolezza che presto ti avrò vicino.

 

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