Giorno verrà in cui ritroverà
i fasti di vero loisir del prisco passato,
questo mondo multiforme del pallone
ormai malconcio e assai malato.
Questo calcio vecchio senza Ta,
forse un giorno si risorgerà,
ch'allo stadio portar si potrà un bambino,
senz'incappare in qualche fetido cretino,
che l'aura indossando da tifoso,
soggetto è assai pericoloso.
Tavecchio, saper deve
che della dignità di un uomo,
avvertir bisogna sempre il suono;
qual refolo di debolezza l'invase,
quand'affermò "mangiavano banane"
non vi è pentimento, non vi è marcia indietro,
che cancellar posta,
un dire così becero e tetro.
Annientato e sanguinante è il calcio,
violentato dalle daghe del denaro,
dalla penna di giornalisti avvilenti,
che altro non sono spesso,
che disarmanti incompetenti.
Che il calcio si risollevi dalla fogna,
in cui cacciar lo volle,
gente come Jenny a Carogna,
che tutti i giorni non s'abbia a giocare,
perchè la festa vera,
non si debba rovinare.
Tavecchio, non si faccia possedere,
dalla brama di successo e di potere,
che il calcio davvero non è niente,
se appassionar non sa la gente.
Arginar sappia, la carica del vil denaro,
insidioso come il morso del lupo mannaro,
che magia torni ad avere del volo d'aeroplano,
lo sport genuino, appassionato e sano.
Meno legato sarà ai lacci del palazzo,
e meno isterico diverrà e pazzo,
questo calcio che di rinascere ha bisogno,
con tutta la forza del suo sogno.
E voi, egregi presidenti di società,
ad aver tornate il senso della realtà,
che abbia per sempre e finalmente fine,
il sistema che i calciatori tratta,
come viziate signorine.