Sono parola di donna
ma spesso spegni sussurro...
Sono sorriso
ma a volte lo deformi in livide labbra.
Sono pianto
e tu, su di me, indugi torvo
a spruzzare rossi dileggi.
Sei urlo crudele di intrusione
sui miei pensieri
e stravolgi di controllo
il tremore dei miei tempi.
Tu che eri amore
sei improvviso orrore,
tu che avanzavi di occhi teneri
ora sei turpe serpe a gonfiare
di veleno l'insieme dei miei sguardi.
E t'avvicini, torbido,
a far scivolare l'anima
nel profondo di un abisso
da te composto ad arte.
Umili il mio viso,
il mio corpo, con segni marchianti
il dolore indelebile...
Mi lasci poi talvolta abbandonata
fredda nel freddo
dei tuoi sentimenti,
ormai stinti e trionfanti
nel tuo aver voluto
solo compiuto per sempre
il mio silenzio.