Un velo di plastica
E una porta morta
Raccolgo l'impeto
E mi fermo sul ciglio
A volte scendo
E sono gocce gelate
Che mi svegliano
Batto i denti
E vedo soltanto
Statue di gesso
Manichini avvolti
Da lenzuola grezze
Pronte a obbedire
Ad un richiamo muto
A svelarsi
Nelle forme più velenose
E oscene
La luce bianca
Mi fa trasalire
Come scheletri di navi
In un oceano di zolle
Forme strane e paranoie
Assiderate in una cella
D'uva appassita
Allora una carezza
È una coltellata alla schiena
Le scale si perdono nel buio
E resto chiuso qui.