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Disperata speranza

Vecchio rottame che si tiene a galla
forse per inerzia, forse per fortuna
stipati come bestie in una stalla
guardano gli occhi terra ormai lontana

son senza cibo, non hanno da bere
mastican rabbia, s'abbeveran nel pianto
gli stracci addosso è tutto il possedere
insieme a un grande cuore triste e affranto

qualcuno pensa ai vecchi genitori
quell'altro ai figli, le mogli, ed ai mariti
puntano il vuoto quegli occhi impauriti
rotto il silenzio dal rombo dei motori

a destra e a manca chilometri di nulla
Dio quanta beffa, tant'acqua, tanta sete
cocente il sole la nera pelle spella
pianti e lamenti spezzano la quiete

qualcun si volta con le mani a visiera
cercando dentro il nulla la sua terra
scappato dalla fame e dalla guerra
con la speranza di una vita vera

si mescola l'odore di salsedine
con vomito, urina e col sudore
la rabbia si trasforma in inquietudine
qualcuno dorme e qualcun altro muore

e non avrà una degna sepoltura
una storia mai iniziata già finisce
insieme ai sogni lui farà pastura
dilanierà le membra qualche pesce

qualcun vivrà, morendo un po' ogni giorno
perdendo a pezzi ormai la dignità
e non sarà migliore questo inferno
di quello che ha lasciato un po' più in là

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Verbena il 11/01/2015 02:36
    Hai ben descritto la disumana e quotidiana tragedia di popoli in fuga verso il nulla. Non ci sono parole e nemmeno cuore sufficiente per comprendere la sofferenza di quelle persone disperate. Inimmaginabili strazi di madri, di bambini, di padri. Quanto dolore! Grazie per questo esempio di condivisione e solidarietà.

1 commenti:

  • Chira il 09/01/2015 20:02
    Ormai pare non aver mai fine tutto questo... scappano dalle guerre, ingannati da chi li abbandona in mare e nuovi schiavi nelle terre che dicono di "ospitarli". I tuoi bellissimi versi descrivono la loro Odissea non tralasciando nessun aspetto di questi tristi e disumani esodi.
    Chiara

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