Sciabordare rovente di risaie,
di soavità ch'inquietudini fende,
ancella longobarda,
e matrona asburgica
t'ostendi carezzevole Novara,
il tuo rivelarsi limpido e netto,
scorre di animo indigeno,
incontaminato,
nell'arengo del Broletto,
e nel tuo duomo rilucente di storicità,
si declina l'ombra rinfrescante,
della primitiva eppur attuale
neoclassicità.
Madre Agogna
e padre Terdoppio,
torrenti che ti cullan
fedeli genitori,
che silenti si adagiano
nella multiforme orchestra della natura.
San Gaudenzio,
santa Maria delle Grazie,
san Marco
urlano il tuo fremito di religiosità pura,
nave che sicura evita,
ogni scoglio di umana paura.
Madonna del Latte
bacia con le tue seducenti cromature,
gli estasiati astanti,
della chiesa di Ognissanti.
Novara,
che culla fosti
di chi offrì istituzionali servigi,
Scalfaro Oscar Luigi
e che plaudisti con il fiato
che dal carcere evadeva della gola
ai fasti del grande Silvio Piola.
Novara,
emblema di semplicità,
che nessun tempo mai umilierà.