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E vidi... Terra

Lento monotono il borbottio dell'onde
sbattute sulle sponde e la mia barca
vele spiegate si tendono imperiose
per poi afflosciarsi come fiori secchi
come rose.

Annaspa indietro e avanti con il vento
sembra andar veloce e in un momento
è ferma li nell'immenso colore
che mescola d'azzurro cielo e mare
sfumando un orizzonte indefinito
che nello sguardo mio sembra perduto.

È alto il sole in cielo e si riflette
cadendo a picco sulle mosse onde
sparge calore e luce che diffonde
ma è troppa la paura che m'affligge
e buio il mio cuore freddo come ghiaccio
che fanno male i raggi come schegge.

Il nulla intorno è angoscia piena di terrore
e vomito speranze disperate che morranno
presto in poche ore per ritornare
poi se soffia il vento
a vivere e a incitarmi dentro al cuore.

Fuggon veloci l'ore e si nasconde
come ingoiato il sol perso nell'onde
mentre scurisce il cielo il suo colore
mentre si offusca un cuore con dolore
s'aggrappa forte e la speranza afferra

magari l'ultima e... vedo Terra

 

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4 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 19/01/2015 17:49
    Un plauso sincero per questa tua bellissima!
  • Vincenzo Capitanucci il 17/01/2015 07:00
    ore.. come marinai.. passate in alto mare.. molto bella Andrea..
  • Verbena il 17/01/2015 04:28
    Impressioni che si alternano tra speranza ed amarezza, come ape che si posa di fiore in fiore nell'animo che ora ha toni soffusi tendenti al grigio, ora con vivaci colori nel desiderio del nuovo che la speranza sempre mantiene in fondo al cuore. Molto bella, profonda.
  • cristiano comelli il 16/01/2015 18:02
    La definirei, in senso assolutamente positivo, una poesia saliscendi, nel senso che vive di ascese e colate a picco esistenziali fin dall'avvio; il lento e monotono borbottio delle onde contrasta con l'imperioso aprirsi delle vele che scatta la fotografia al fascino di un viaggio nuovo e inconsueto, per poi ricedere il posto all'afflosciarsi come fiori secchi. Speranze, illusioni, poi disillusioni. Ma la partita non è mai finita a questo punto. Il rivelarsi dell'orizzonte indefinito rimette in moto il grande gioco della vita, come una tela che un pittore può riempire con paesaggi, soggetti e colori a proprio sconfinato piacimento. E appunto lei dice che il reale nello sguardo suo sembra perduto. Sembra, non lo è infatti ed è opportuno che lei abbia scelto il verbo sembrare perchè appunto il rifarsi della speranza, il rivestirsi del domani parte da questo desiderio di riempire l'indefinito rendendolo finito secondo i proprii desideri. Ed è bella anche quell'intuizione sul vento che prima sembra fattore di prostrazione poi si fa alfiere di un rinnovato dinamismo esistenziale. E anche quel doppio volto della speranza, prima vomitata quasi come dovere e poi, invece, nella chiusa, afferrata con il cuore perchè la si possa ricolorare di cromature nuove e finora ignorate. Sono stato lungo, lo so, ma c'erano diverse suggestioni e ho voluto renderla partecipe di esse. Cordialità.

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