Ha udito troppi rantoli di tartarughe capovolte e lasciate essiccare al sole
per poter vivere imbalsamata dietro a una vetrina di coralli
la mia anima
non ha voce
è rimasta ammutolita
da quando era bambina
per poter parlare ruba le mie matite
e
vede
in fascia d'omega
alberi arrampicarsi sulle unghie dei gatti
postini abbaiare dietro ai furgoni degli accalappiacani
ama
vivere senza giganteggiare lasciando pure i suoi bianchi vestiti ai rovi di una piccola nanerottola che di giorno la sovrasta
sulla linea spartiacque di due mondi
nuda e nascosta d'ombre
la notte
rovista al meglio nel disordine di memorie inflitto dalla sovrapposizione dei suoi cassetti dovuto ad un capovolgimento di fronte
trovando pulegge di nuovi venti innalza il nitrito ondoso e le criniere dei puledri
ogni sua lacrima
è versata
a reggimento
per ridonar boccaporti attraversanti l'azzurro mare
danza
di gravidanze maschili a stive d'ippocampi mummificati dal sonno e dall'oblio