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Che tempi figliuolo!

Mio nonno : che tempi i miei tempi
rispetto, gentilezza, garbo.

Si passava davanti ai portoni chiusi
e ci si toglieva il cappello.

Si lasciavano le porte di casa aperte
nessuno, mai nessuno, si sarebbe
permesso ad entrare.

Si, si lavorava duro nei campi
ma si era felici, un pezzo di pane
una fetta di tuma e qualche volta
un bicchiere di vino.

Che tempi figliuolo!!!

Mia nonna : che tempi i nostri tempi
fame, paura e guerra

noi passavamo davanti ai portoni
e ci prostravamo in segno di rispetto,
ma loro, i padroni, ci trattavano
come bestie.

Le porte di casa delle volte neanche c'erano
e se c'erano non c'era nulla in casa.

S'era talmente felici di lavorare nei campi
che, pensa, tuo nonno non l'ha permesso ai suoi
figli, tuo padre compreso.

I più fortunati mangiavano pane e tuma
molti soltanto pane ed acqua.

Che tempi figliuolo.!!!

 

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1 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Vincenzo Capitanucci il 11/02/2015 07:11
    Bellissima questa doppia visione dell'uomo e della Donna.. della sua condizione.. della ricchezza e della povertà .. e quasi anche del fascismo e della libertà .. mille cose si possono leggere in questo quadro si vita..
  • Francesco Andrea Maiello il 11/02/2015 06:48
    Complimenti Andrea per averci ricordato i nostri nonni veri personaggi! Intanto di tempi in tempi di male in peggio!
  • Verbena il 10/02/2015 23:46
    Conosco quei tempi e nel tuo componimento ci sono le due visioni dell'animo di ch riesce sempre a vedere il sole pur attraverso i nuvoloni più neri della guerra e di chi invece vede e soffre la concreta realtà che in quegli anni era assai dolorosa. Bravo!

1 commenti:

  • Ellebi il 10/02/2015 22:43
    Bravissimo Andrea, una poesia ironica e divertente, ma vera, complimenti e saluti.

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