Vieni a prendere la mia mente,
i miei pensieri di neve
così frastagliati e inflessibili,
buttali via lungo la china del buio.
Scegli il gesto deciso, amico del sogno,
periferia di piccoli morsi alle vene del collo.
Vieni, stammi vicina.
Prendi la bocca che mi sfida,
chiacchiere di latta con riflessi affumicati,
bave superflue di luce sbiadita,
afferrale tra i denti e soffiale via.
Labbra su labbra, lingua su lingua
hanno già tanto da dirsi
e il silenzio non è mai abbastanza.
Vieni, stammi vicina.
Prendi la notte dalle nere ali di corvo
macchiate di stelle e di inganni.
Raggi solitari vacillano e si fermano
ai bordi dell'oscurità costruita per gli amanti.
La guardinga luce in bianco e nero
si ferma sulle ali del tordo che vola via
e noi l'abbiamo già dimenticata.
Vieni più vicino.
Il papavero conserva passioni
nel suo nido d'aquila ammaccata.
Non avere paura, sono qui,
allunga il tuo cuore e mi sentirai.
Le luci spente, gli occhi chiusi,
i corpi aperti dalle dita del desiderio.
Non pensare a niente.
Lascia che la luna brilli e volino i gabbiani.
Spogliati, indossa i miei odori,
insieme stanotte saremo al sicuro.
Qui al buio il sole è più forte che a mezzogiorno
e non ci sarà mai gelo nei nostri cuori.