Estasi di ancestral ricamo
Tra le labbra del soave Tronto giaci
Di diacroniche favole ebbra
E di stanze incorniciate di poesia
Ascoli piceno
CH' onda d'immortal mitologia
Il mondo ebbe ostello pria di Roma antiqua
Allora CH' i piceni fieri ebbero luce.
In fasti di tribù Fabia
A vesti matrona a dondolarti
E i tuoi confini ancor bambini
Genitori ebbero
Anco i guiderocchi e Saladini
Asclon che a nomar t' ebbe
Lo stilo del curioso ellenico strano ne
Ardere di sede vescovile
Verso il domani eterea e intonsa corri
Con il basaltico sguardo delle tue cento torri.
Si stende all'assolata iride
A guisa di amorevoli mani
L'impronta d: usura scevra
Del palazzo dei capitani.
E tra eremo di san Marco
E palazzo dell'arengo
S: offre incanto di delizia
Lo sfavillio austero del battesimo di polizia.
Troneggia il dio
A svergognar ogni uman dissidio
Dalle mura del duomo di sant' Emidio
E l'albero dei piccioni
A memoria avida rende omaggio
De' tempi in cui tremavano Le strade
Dell'urlo del brigantaggio
Rivelasi tra edifici raffinati e prediletti
I sublime caffè meletti
L'anima ascolana nobile ha il destino
Come dell'i storico centro
La beltà del travertino