Sono io il tuo inizio e la tua fine.
Sono io che comando la tua esistenza
Ma tu non vuoi crederci.
Mi ferisci sempre, tu, figlio dal grande intelletto.
Vuoi ridurmi in schiavitù.
Vuoi rubare tutte le mie cose
Non vuoi aspettare che io te le dia, secondo la mia volontà.
Farti ascoltare la mia voce, è stato vano.
Quante volte ti ho indicato la via.
Quante volte ti ho schiaffeggiato per farti vedere la strada.
Niente, tutto vano.
I tuoi cugini, i tuoi fratelli, hanno da tempo capito.
Tu invece non capisci, non vuoi capire.
Anche ora che vengo a te, con forza e a muso duro, anche ora non capisci.
Figlio sai solo prendere usare e distruggere.
Non hai mai fatto niente di tuo.
Non hai avuto nessun rispetto, ne amore per tutto quanto ti circonda.
Figlio che ti crogioli e ti trastulli nel sangue dei tuoi fratelli, senza rammarico, senza cordoglio, senza pudore benedicendo questo tuo squallore.
Tanto, tanto tempo per darti un meraviglioso mondo.
Tanto, tanto tempo per dare a te ai tuoi figli e a i figli dei tuoi figli l'intelletto per capire.
Tu che sei voluto essere un dio e hai imprigionato il dio in te stesso.
Tu figlio che ti rivolgi al grande padre per le tue vanità, per i tuoi dolori, per le tue ingiustizie.
Chi è per te il grande padre?... Chi è per te il grande Dio?
Certo il grande padre sei o vuoi essere solo tu.
Ammazzarlo è stato un rito, come un rito è mangiarlo.
Figlio sono io l'inizio e la fine.
Sei nato è pertanto devi morire... figlio mio, unico essere nato infame.
Io mi sto già impegnando perché tu raggiunga i tuoi fratelli ormai estinti.
Ti ho amato tanto, tantissimo, ma prego il grande padre, che non faccia nascere più da me un essere come te.
La tua grande madre.