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Sete

Lunga, faticosa, assolata
tanta la strada della tua Terra Santa
novella samaritana
imploro l'acqua per la mia arsura.
Scendiamo insieme e in ordinata fila
entriamo nel santuario,
ecco in un silenzio arcano
il pozzo appare: antico, riposante e santo.
Poso la mano sulla sua bordura
e già ne respiro la frescura.
Sfioro altre mani trepidanti
ognuno ha la propria "arsura"
gioia mi inonda, e sale
in rapidi cerchi rilucenti
agli occhi arriva, si trasforma in pianto.
Tra i fratelli ne ricerco uno
infine lo trovo
e il suo sguardo sollecito
incrocia il mio.
Fulgida gioia, serena pace
mi inonda e rassicura.
Ora il secchio cigolando sale
l'acqua trasborda fresca
e nel cerchio rilucente
il mio volto appare:
insieme altri volti appaiono,
fluttuano, scompaiono, si uniscono.
Come per un mosaico bizantino
l'acqua si increspa
e un unico Volto appare risplendente,
lo riconosco: è il tuo, o mio Signore.
Sazia, bevo la tua acqua viva.

 

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1 commenti:

  • Riccardo Brumana il 11/04/2007 21:05
    molto bello il testo, il richiamo all'acqua, simbolo di purificazione da condividere con i propri "fratelli" molto bella, bava

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