Mordo le tue labbra
la primavera mi esplode in bocca
ingoio petali di rose
gocce vermiglie
inceppano il respiro
magma vivo
dalle nostre fauci vulcaniche
paradiso di fuoco
a incendiare la notte
e le argentee stelle
sui vetri stilizzate
ti amerò e tu sarai regina
ti cullerò e tu sarai bambina
Mia, mentre le dita brulicano
come vermi sul tuo ginocchio
Mia, mentre rubo un sorriso
strappato al tuo viso
Mia, bambola già cresciuta
donna futura nel mio celeste.
Cos'è allora quel velo di tristezza?
Ti ho portato zucchero filato
e palloncini colorati
a riempire di festa
la tua giovane stanza
bolle di sapone esplodono
sulla tua pelle
sui vestiti disegnati
sulle gote accarezzate.
Cos'è allora quell'anima grave?
Tra poco saremo
un orizzonte intrecciato
di onde e nuvole
ricamate dalla sera
di braccia allacciate
in graziosi ghirigori
angeli e amanti
di cuori divorati
Cos'è allora quello sguardo chino?