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Il rimosro

Lo senti come un peso dentro il cuore
l'aver fatto qualcosa di sbagliato.
Avere cagionato del dolore
che forse poteva essere evitato

E pur se sai ch'è meglio del rimpianto
a te non porta punto giovamento.
L'errore lo ritrovi sempre accanto
e vivi il tuo rimorso e il tuo tormento.

E come quando provi a debellare
Il duo mortale morbo e pestilenza
e assieme poi li vedi ritornare:

lo sbaglio ti ritorna nella mente;
la colpa non ha data di scadenza.
Entrambi stanno lì nel tuo presente.

 

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5 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Antonio d'Abbieri il 13/05/2015 11:42
    Interessante tematica la consapevolezza della fallacità. È il tormento di chi naviga tra scienza e conoscenza o in mano ha un potere. Con l'error ci si convive.. a nulla serve cercar di eliminarlo, sarà sempre al nostro fianco e può cambiar il nostro e l'altrui destino. A volte però l'errore apre nuove strade.. mai pensate.. da cui può nascer anche del buono..
    Grazie per il bel sonetto.
  • Rocco Michele LETTINI il 13/05/2015 06:08
    Un sonetto da meditare... ed avvalorarlo... Felice giornata.

5 commenti:

  • Giuseppe ABBAMONTE il 15/05/2015 05:55
    Davvero interessante l'interpretazione di Biagio. Volendo rendermi terzo rispetto alla composizione riconosco che... ci sta tutta.
    Nell'intenzione intendevo trattare solo il rimorso, il senso di colpa dovuto ad un errore. Il richiamo al rimpianto, che scaturisce dalla non azione, era solo incidentale. Causa ed effetto, morbo e pestilenza, sbaglio e (senso di) colpa vanno a braccetto e purtroppo difficilmente ti abbandonano. E mai "in automatico" (non c'è una data di scadenza). Ma comunque l'azione, che porta con se il rischio di un errore, resta migliore dell'inazione, che un errore lo è di certo.
  • Biagio Tampanella il 14/05/2015 22:09
    Questa poesia è basata sull'ambivalenza, su un dilemma: è meglio avere un rimorso o un rimpianto? L'autore della poesia, con versi che risultano come delle pennellate, tratteggia ed evidenzia la caratteristica principale del rimorso: l'azione.
    Il rimorso è, sì, associato ad un gesto che il poeta definisce "sbagliato", ma è pur sempre un'azione, quindi un'intenzione "positiva", nel senso di proiezione verso il futuro. È una azione che genera dolore.
    Il rimpianto, invece, è associato alla non azione, che però ci lascia con il dubbio eterno di cosa sarebbe accaduto se avessimo agito. In questo caso, mentre nel rimorso abbiamo la certezza dell'aver cagionato dolore, nel rimpianto siamo noi a subire il dolore della consapevolezza riferita all'incertezza del futuro: cosa sarebbe accaduto se avessimo agito così? Nel rimpianto c'è ancora spazio per il cagionare felicità. Un'azione che non abbiamo compiuto può cagionare dolore (e quindi divenire rimorso) come può anche generare felicità (soddisfazione). È il non compierla che rende tale decisione un rimpianto.
    Ringrazio l'autore di questa profonda poesia per lo stimolo riflessivo che mi ha indotto e che ho sintetizzato nel mio commento.
    La "colpa" del penultimo verso la associo al rimpianto, ma non so se questa interpretazione sia corretta. Se lo sbaglio "ti ritorna nella mente" perchè è associato, appunto, al ricordo di una azione compiuta, la colpa "non ha scadenza", perchè il rimpianto ci accompagnerà per tutta la vita (essendo una azione mai compiuta) e, quindi, non avrà mai appunto scadenza.
    Il rimpianto è il rimorso di non aver agito...
  • Giuseppe ABBAMONTE il 13/05/2015 16:06
    Per Antonio: mi sono accorto dell'errore nello scrivere il titolo subito dopo la pubblicazione: ma il sito impedisce la correzione del titolo. Quindi, non mi resta che il rimorso di non aver meglio controllato prima di inoltrare la composizione...
  • Ugo Mastrogiovanni il 13/05/2015 15:11
    Il rimorso spesso è un tassello dell'egoismo umano, un nutrimento iniziale con la veste del pentimento poi. Versi di una mente ampia e razionale, di un uomo afflitto e confuso per un errore, molto comune purtroppo, che la sua rettitudine non gli perdona. Poesia di grande effetto, dove l'accuratezza della rima è al passo con lo stile, esatto, sobrio e invitante.
  • Antonio d'Abbieri il 13/05/2015 12:22
    L'errore sorride beffardo
    ora è nel titolo
    e io lo guardo.

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