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Quella vocina da Ginevra

Tace. Il suo squillo ancor si fa pregare!
Ed io sto aspettando la telefonata
che fin da Ginevra deve arrivare.
Tace. Ed io che attendo da una giornata!

Con te figlia un tenue filo mi unisce
chi è padre so per certo mi capisce
arrotolo i pensieri su loro stessi
del mio penar vorrei che tu sapessi.

E quando infine trilla quel maledetto
lo afferro lesto, premo il tasto ascolto
svelto torna il sorriso sul mio volto.

La voce balbettante d'emozione
cerco di far sparir in un momento
convinto di celar anche il tormento.

È sparito il patimento
e il malumore dei giorni passati
ora finalmente sono contento
perché i tuoi baci sono arrivati
portando mielata la serenità.

 

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1 recensioni:

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  • roberto caterina il 22/05/2015 15:30
    E'una sensazione che ho vissuto varie volte e capisco... Ora ci sono mezzi più sofisticati, tipo skype... comunque la poesia è carina, garbata e emotivamente, anche se non tecnologicamente, attuale.

1 commenti:

  • Ellebi il 23/05/2015 10:14
    Anche a me è piaciuta, è trasmessa infatti l'emozione poetica. Un saluto

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