Avverto l'odore aspro
di una giornata nata male,
sento il pungolare fastidioso
di un tarlo che rosicchia
un nervo fragile e scoperto.
Eppure lassù c'è il sole,
quello stesso sole caldo
che inondava di giallo
le mie giornate senza fine
con ginocchia sbucciate
e calzoni corti rammendati.
Non c'era allora dentro me
il senso dello scorrere del tempo,
non c'era la sottile e forte sensazione
dell'inutile affaccendarsi quotidiano,
non c'era il dover essere,
bastava solo il complicato essere.
Ma quanta fatica per quell'essere,
quanti rossori e pianti soffocati,
e adesso che finalmente sono,
avverto la lama dell'impotenza
penetrare nelle carni piagate
da tante sofferenze e malvagità.
Oggi sento il dolore del mondo,
oggi sento le grida disperate
di chi non può difendersi,
oggi sento l'odore della morte
diffondersi nell'aria irrespirabile,
e vorrei volare sopra tetti e teste
per spargere il seme della pace,
il refolo lieve della libertà,
il dolce tepore dell'amore
tra tutte le creature che vivono
in questo martoriato e colorato
puntino luminoso perso
nell'immensità dell'Universo.
Non posso volare, ormai lo so,
non posso camminare senza sosta
per trasmettere il mio essere
a chi gode del suo avere,
posso solo conservare la speranza
che un giorno l'umanità rinunci
all'odio, ad ammazzare per mangiare,
a superstizioni e intolleranza.
Spero, spero, spero,
e così passerà anche
questa giornata nata male.