Quando le dissi che il mondo era la nostra pelle
rimase interdetta
ma pur essendo turbata non si lasciò accarezzare la Papuasia della sua Nuova Guinea
così non potei estrarre il lattice dall'albero felice della sua gomma
Non servì a niente spiegarle che era il sole della ragione
approfittando del buio della nostra anima
a cancellare l'essenza pneumatica che circola liberamente unendo con un filo sottile gli esseri a tutte le cose
mi rispose che l'anima era la sua
e
che del suo respiro ne faceva frontiera e bacio di quel che voleva
lei ebbe tutto ed io rimasi con un niente
così andando però piangeva
di aver sempre perso qualcosa in un angolo rimasto freddo al suo diluviante volere
ed io mi chinavo
raccoglievo le nostre lacrime fuorviate e le portavo con labbra di brina gelata
a fuoco d'astro
In un giorno di bel tempo però
indossò una festosa gonna a fiori
ed io
a misura del suo cuore
fui investito dal profumo di un fiore