Non ho paura della morte.
Ho paura della vita,
dei guasti inaccessibili di questo me stesso innamorato.
è l'amore a darmi spavento,
l'amore inteso come peregrinazione dell'io
in qualche cosa d'altro.
Come fiamma funesta che arde
lasciando al suo passaggio
solo terrore e distruzione e morte.
Perché l'amore solo questo è:
un grande suonatore di liuto
che incanta il serpente fino a farlo danzare
fino a farlo ammattire
per poi richiuderlo, quando tutto finisce
nella cesta della dimenticanza e dell'abbandono.
Resta comunque un rischio
che non possiamo fare a meno di correre
altrimenti a tutto che senso resterebbe?