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Reportage. (Viaggio nel mondo dei diversi)
Quantunque fossi etero,
di indole, sembianze
e di pensiero,
mi incamminai
in sito a me oscuro,
ove l'altrui decenza,
per sentito dire,
da spazio alla indecenza,
e il verbo è trasgredire.
A dire il vero,
si vociferava,
fosse un girone
del Divino canto;
bollato e messo al bando
da atavici tabù,
gretti canoni
e tarocche virtù.
Anatemi scagliati
da bigotti ignoranti,
depositari,
a parer loro,
di impulsi carnali
e sbalzi di cuore.
Il sentimento amore,
incanalato e coltivato
anche in anime appassite,
ma di fattezze complementari.
Tutto il resto,
l'amore universale,
nato in corpi uguali;
essenza del male.
Male era l'insegna
in fondo al vico,
fluorescente,
di colore vivo,
e certamente demoni
le sagome in attesa
ai lati dell'androne.
Anime sole,
dal passo nervoso
e scia di dopobarba
griffato e costoso.
Un ciao, un sorriso
un abbraccio
colorato e caloroso,
e mano nella mano
varcavano la soglia
del loro paradiso.
E la varcai io pure.
Da solo,
viso serio,
come andassi chissà dove.
Difficile cassare tutto un botto
pregiudizi e tabù,
compagni e canoni
di una vita intera;
la donna donna
e l'uomo uomo,
depositari e fruitori,
in esclusiva,
di interscambiabilità
di sentimenti e di emozioni.
I diversi,
di alto ceto,
trasgressivi,
di basso ceto,
froci.
L'Essere, le intelligenze,
l'amabilità, la sensibilità,
scansate e additate.
Un gradevole profumo
di essenze orientali,
filodiffusione,
giochi ammalianti
di luci ed ombre;
un night vecchio stile
decisamente elegante.
Eleganti e sorridenti
erano le due addette al bar,
bionde, alte, truccate e profumate,
versavano cocktail
al ritmo della musica;
movenze da pantere in agguato,
alle quali, nulla sfugge.
Due energumeni,
alti, possenti
come due antichi armadi,
stazionavano,
sorvegliando,
salone ed avventori,
ai lati del bancone.
Ad intervalli regolari,
uno dei due,
ispezionava i separè,
gli angoli bui
e le toilette del locale,
affinché,
le effusioni,
le coccole,
restassero soft.
E soft gli approcci
dei single
alla preda adocchiata.
Drink nella mano,
movenze feline,
passo lento e ondeggiante
su tacchi a spillo.
Anomalo il rituale,
il maschio,
postura ammiccante,
seduto in attesa.
Approcci e attese
denudati
da puerili tabù,
l'Io
svincolato
dai freni inibitori.
Un sorriso,
un incrocio di sguardi,
e mano nella mano
verso la pista da ballo
a trovare feeling.
Desideri repressi
esternati
in lascivi abbracci,
maliziose carezze,
e sulle ali di languide note,
promesse di carnalità.
Un altro mondo
raccontato
nel mio reportage,
altre vite incrociate,
un'altra notte è passata,
regalando a tutti complicità,
e la gioia di essere
quel che si è "dentro"
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1 recensioni:
- Un reportage in versi assai ben composto devo dire. Devo dire anche la mia perplessità, rispetto al punto di vista concettuale, sul significato ultimo che l'autore ha voluto dare a questo reportage. Del resto è il grande tema del momento e io nutro dei dubbi che la "scelta sessuale" sia solo una questione di libera scelta sui propri desideri. Complimenti e saluti.
- Grazie x il commento, Emanuele, ma è un reportage non un cammino
introspettivo. Io sono un maschio etero, di vecchio stampo, ancora... amante e fruitore di carnalità ed effusioni tra uomo e donna; fermo restando che l'amore ed il sesso appartengono all'essere, ed ognuno è libero di ESSERE quel che desidera e sente di essere. E se fossi come un protagonista del mio reportage, non me ne vergognerei affatto, anzi, sarei fiero di esternare il mio essere "dentro" senza eccessive... ostentazioni.
- Che bel cammino introspettivo complimenti
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