Sono cose passate, lasciate dal tempo,
carne umana ormai decomposta
di cui a memoria resta
un verso, una targa, un pezzo di storia.
La vita si sbatte col vento
banderuola che gira cigolando
e alla ventura vivendo.
C'è chi muore cantando.
Giochi di rime
lacrime tra le righe
fallimento e dolore,
quel che vivo d'oro lo vesto.
Se penso a quel fante,
uno dei tanti,
famoso per caso
grazie a Laurano*,
che morì da solo
per una guerra d'altri
senza il conforto
neppure d'una mano!
Cambia poco d'era in era,
per il gioco cromatico dello smog,
forse più nebbia la sera.
Ma di rantoli solitari
non di fanti, di tutti quanti,
è talmente consueto
che non s'ascoltan nemmeno.
Ce ne andremo tutti quanti
con un passo assai leggero,
lasceremo pochi segni
tanti quanti come i fanti.
l'autore silvia leuzzi ha riportato queste note sull'opera
Poesia ispirata dai versi dalla lirica Fanteria di Notte di Renzo Laurano (Sanremo1905/Genova1986)