Il poeta è un gatto-colibrì che non conosce concretezza
Flessuoso e volante
Sopra un oceano di stranezze e di ripetizioni
Affonda l'orecchio nella musica di Dio
E così trae l'ispirazione
Ma non è lui a dare vita ai versi
sono gli angeli e i demoni della sua anima-baraonda
Così nella testa ha dei suggerimenti strazianti
Vede lungo vede oltre vede dove tutti gli altri occhi non vedono
E se anche fosse cieco( come l'imperioso Omero)
L'occhio bambino che si porta dentro illuminerebbe la via
Sono io forse un poeta?
E cos'è che si prende tutto di me?
L'animale? L'angelo? Il poeta?
Ho troppo penato in queste acque di sensibilità
Ho trovato cascine semi-chiuse
Ed ho sfondato i cancelli sedendomi nell'angolo buio
Dove topi mangiavano formaggio
Oggi voglio godere il presente come fosse uno stanzino
Nato da per sempre
La mia poesia non è un urlo
Ma piuttosto un canto misurato