Il linguaggio è
una molla continua
che sentenzia le distanze
e unisce i suonatori
di liuto
in mille notti
alfabetiche.
Così vorrei
che a parlare
fossimo solo Io e Te
bambini del Paradiso della comprensione
condurre la parola
nelle vene dell'ascoltatore
vivermi in una danza sintattica
come ciliegio passivo
che ascolta la musica
di mille infinite estati
e passa oltre
illuminando un quaderno a righe
di sette note esatte.