Ricordi
eri
un piccolo porto affamato di onde di vele colorate di vento
e
con gioie incompiute
la primavera bussava alle porte delle stelle con labbra di corallo
mentre
Ti svestivi di una notte insonne
e
di una luce di aurora
con una mano velavi quel sole assurdo
che
feriva nel fiorire troppo presto il roseto segreto del Tuoi occhi
ma
non so trovare parole adeguate
se
non il rispettoso silenzio di un verso cancellato sul nascere
per descrivere
quel groviglio di spine
che
in sangue di trambusto regnano nelle profondità sconfinate della Tua pelle