La vita. Tripudio di date,
di promontori densi di paure,
di riverberi di viaggio dove nasce
il sogno nella sua forma primordiale.
La vita è una festa che crea
scorrevolezza:
l'andare del fiume,
il conto alla rovescia prima
di partire,
lo scorrere lento del calendario
celeste oppure i viaggi dentro al mondo
-così tumultuosi, così elastici-.
Questo fluente divenire
che ci ha fatto diventare da bambini
a vecchi, che ci ha imbiancato i peli,
che ci ha resi così stitici di sogni
e cinici fino all'inverosimile.
Questo divenire è la morte,
è l'essenza del Paradiso perduto.
Siamo quote di sogno staccate dall'album
della libertà: così chiusi, stretti stretti,
asfissiati fino a diventare terra e polvere e
mangiare dei vermi.
Il nostro sogno è non fermarci
davanti all'abituale, andare oltre,
trovare strade( è forse questo
lo scopo della vita?)
La vita è solo un attimo di mera follia,
una delusione, un compromesso;
Tutto e Niente, rinchiuso in questa festosa gabbia
di magia dorata.