odore di fagioli e di bietole fredde.
i moschini del vino sono figli di un Dio misterioso.
i fagioli hanno un ché di terribile,
come la vita
o l'odore delle bietole la mattina presto.
fuori la città fa a gara a chi ce l'ha più grosso;
sono freddi e insensibili gli uomini del mondo,
mi fanno troppa paura.
la giornata corre come una pendola ingiustificata
e io non so che fare con la poesia del mio cuore
se accettare che fluttui in questa pagina abbagliante
o lasciare che si secchi come tutto il resto.
la poesia ti rende schiavo di cose
di cui faresti tranquillamente a meno
(tipo la bellezza o l'ordine)
e io non sono fatto per la poesia,
e non sono fatto neanche per la vita.
vorrei starmene nel mio letto per sempre
a guardare la tappezzeria bucata e le mura che cadono a pezzi,
e invece sono qui, davanti a questo schermo
a scrivere le banalità che sgorgano fuori
dalle fogne del mio cervello;
un pazzo, direbbe qualcuno
che ha capito che ciò che conta è essere persone a modo.
come dargli torto?!