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La semplice lezione sull'assassinio

la semplice lezione sull'assassinio
è guardare queste beate teste di cazzo,
queste facce dolorose della piazza,
il loro sterminato senso di convivialità
non è il mio senso di solitudine.
sono uomini e donne,
sono ben nutriti,
amano la bandiera e
criticano quel governo che hanno votato;
hanno case, famiglie, bambini,
interessi comuni che non sono
il mio interesse;
osservo questo paesaggio sterminato di facce celiniane
e vedo il giovane carabiniere che picchia un senzatetto,
vedo dita striscianti contare banconote da 10,
vedo furia, insensibilità, dissoluzione;
il dolore della mia dissimiglianza
ha scritto decine di poesie strazianti,
ma loro odiano questo dolore,
odiano la ragione necessaria di ogni diversità.
sono il dio della ribellione,
la camicia sudata in una serata di gala,
il cazzo e la figa che si uniscono senza alcuna poesia,
io sono me in una strada di cemento che
guarda sbocciare una rosa con le lacrime agli occhi
e loro sono solo culi e piedi e panze.

 

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