accetta
cose irrazionali
come un tramonto in Mato Grosso.
la vecchia puzza dell'angoscia
uccide gli uomini difficili,
si spogliano per andare, per vivere
e si ritrovano stecchiti.
accetta
cose profonde,
cose coperte dalla malinconia,
cose create dal dolore
e dal dolore respinte.
un pomeriggio in Villa Mazzini
quando avevi 7 anni,
i palloncini con la faccia di serpente
volavano attaccati al filo,
hai sentito il graffio
dell'inadeguatezza
squarciare la tua sensibilità,
tutte le cose incomprensibili e vicine,
vicine da metterti i brividi,
la bocca semi-aperta del giostraio
che mostra una concessionaria di denti;
puoi sentirne l'alito cattivo,
vedere l'ugola colmata dalla saliva
sbattere qua e là nel fondo della gola,
ti credi perso nel mondo,
ma lo accetterai
come il cavallo di legno
ricevuto 7 giorni prima
per il tuo compleanno.
accetta
cose incomprensibili,
cose squallide, se necessario,
non è tanto la ragione
a dipanare i fili
quanto piuttosto la curiosità
verso ciò
che non possiamo capire.
accetta
cose divine e cose demoniache,
accettane la natura intrinseca,
il vizio e la beatitudine,
la necessarietà.
il segreto della saggezza,
se non l'avessi ancora capito,
sta in una stoica e universale
accettazione.