Serrate le porte,
socchiuse le finestre,
i muri fissano sorpresi,
i tetti accennano al saluto,
il geranio rupestre sul verone
sembra turbato a stelo chino.
Struscio di passi a testa bassa,
chi passa si ferma per rispetto
e poggia la mano al petto.
Marcia a singhiozzo di stalloni,
pochi brusii segnano il passo,
mozze le parole masticate.
altre soffocate dal pianto.
Le affezioni terrene, i paradisi
per oggi son lasciati indietro,
domani si riprende, si dimentica,
pensar non vale,
meglio dimenticarci;
in futuro chissà, oggi, stasera o forse mai…
ci toccherà ripensarci.