i randagi che bazzicano gli imbarcaderi
escono solo la notte,
perlustrano la zona
in gruppi di 3 o 4.
questi stoici bastardi
cercano spazio e cibo.
soprattutto cibo.
cibo da dare ai loro cuccioli,
cibo per saziare la loro fame.
la sopravvivenza la si trova
col pedissequo sforzo,
ogni giorno, ogni momento,
lontano dagli occhi indiscreti;
temendo e tremando
per la propria incolumità.
è sempre stato così:
siamo tutti rinchiusi
in questa grande galera,
lottiamo da star male,
inseguendo l'endocarpo
della realtà;
siamo terrorizzati
dai bisogni comuni,
dai momenti comuni,
dalla gente comune,
temendo e tremando,
ogni razza, ogni specie, ogni genere.
a volte troviamo un momento di pace,
una distrazione saltuaria,
ma è solo un miraggio,
un vecchio trucco architettato
per farci ancora continuare.
continuerà e si farà via via
sempre più faticoso,
i piedi incresperanno il suolo
ancora più decrepiti,
le mani toccheranno attrezzi
e altre mani e infine, unite, il petto,
la mente si spegnerà,
si spegnerà.
questo senso di reclusione
è quello che i saggi
chiamano mestizia.