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Tuttologia
stavamo lì seduti,
in un pub vicino al duomo,
4 persone,
io 2 donne e un altro ragazzo.
una di loro non parlava molto,
si limitava ad annuire;
io mi concedevo a due o tre
considerazioni pungenti,
razza bizzosa la mia,
un demonio nella mente
che elaborava per me
un pugno di riflessioni
demistificatorie e feroci.
poi c'era questa fiumana imperiosa,
quest'articolato movimento
escretorio di parole felpate,
parole belle, parole non tanto belle,
parole al vetriolo sui costumi,
sulla vita, sulla cronaca, anche
qualche critica sprezzante verso
certi conoscenti comuni.
eravamo là, inebriati
dalle proprietà alcoliche
della birra, mordendo
gustosi hamburger
con salsa yogurt e cipolla
servita in agrodolce,
una musica leggera in sottofondo,
musica commerciale,
dai Coldplay all'ultima
di Marco Mengoni,
il locale attentamente pieno
dei tipi più disparati,
uomini e donne che andavano
dai 23 ai 60, vestiti all'ultima
moda, con strani cappelli
e giacche e vestitini dai colori neutri;
era questo il giovedì in città,
mentre le mamme, stanche di tutto,
sfruculiavano Faceebook
dai loro letti, in cerca
di un po' di brio e di
qualche notizia da raccattare.
Dario Fo spuntava come un accidenti
"a me non è mai piaciuto Dario Fo"
"si, neanche a me" dicevano
i due chiacchieroni,
"per quanto grande uomo di teatro,
non meritava il nobel che ha vinto"
dicevo io,
"e neanche Carmelo Bene.
Carmelo Bene non mi è mai piaciuto".
io mi limitai a dire che Carmelo Bene
è stato il più grande attore italiano.
ora, probabilmente queste persone
non hanno mai neanche visto
uno spettacolo di Carmelo Bene,
probabilmente non conoscono i concetti
e la portata filosofica del suo recitare,
ma è tanto il bisogno di parlare,
di dire la propria, questi tuttologi
dei miei stivali, questi portentosi
e strabilianti geometri del nulla,
le loro bocche che si aprono
con tanta facilità, i loro senso dell'egocentrismo
e della superficialità, mi fanno solo
venire i crampi allo stomaco,
mi fanno sempre ricordare
quanto ancora e da sempre io sia
alla ricerca, in questa città,
di un'autentica mente inconsueta.
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1 recensioni:
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- Di tuttologi del nulla ne è pieno il mondo. splendida, rende bene l'idea di tanti discorsi superficiali che generalmente si fanno.
- Devo dire la verità, l'ho bevuto d'un fiato ed era un cocktail alla frutta (rossa).

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