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Autoritratto

è un ragazzo corpulento
con una maglietta grigia
consunta di ribellione
e spreca la sua perfetta
architettura della felicità
col talento del saltimbanco,
spreca tutte le cose belle
che gli vengono a tiro,
la bellezza non è il senso,
pensa,
il senso sfugge, sfugge
adesso, adesso.
è un uomo sprecato,
qualcuno direbbe,
ma lui si limita a dire
che sfruttare l'intelligenza è
il vero spreco
davanti a questa morte
che divora.

ora legge una mail
di un tizio che ha
conosciuto in ospedale
"... scivolare nel baratro
non è facile, sono facili
i consigli, è facile la faccia
di chi suggerisce buone parole.
dobbiamo farcela da noi.
sia io che te non abbiamo
altro che la volontà..."
dice la parte finale.
è un tipo in gamba,
Ninni lo Smilzo,
l'ha capito da come
indietreggiava nel delirio,
non lasciava accopparsi
da quelle paranoiche idee,
le combatteva,
"sai cosa ho pensato?"
era solito dirgli.

ma una mattina di
involuzioni psicologiche
ha bisogno della CURA,
così lui prende una Tennent's super
dal frigo, la osserva,
disegna con le mani
il suo profilo lucente,
poi col cavatappi
fa saltare il metallico

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 22/10/2016 09:24
    ... stai scrivendo un'autobiografia in versi. Piaciuta. C'è un refuso: "dirgli".

1 commenti:

  • Patrizia Cremona il 22/10/2016 20:26
    pensieri intimi e personali segue spiccato coraggio scrivere autoritratto "sfugge e rientra nel tempo dei ricordi" interessante intuizione passaggi incisivi ma continui...

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