poi c'è questa tipa
che ridisenga lo spazio cosmico,
le dimensioni universali
e i nostri corpi sono fermi
a 20 cm di distanza,
ma lo spazio da percorrere
per sfiorarla
è immenso
e io allungo un braccio
e con la mano tento di afferrare
la sua mano,
ma lei non è lì,
è altrove,
lontana da tutto,
in qualche modo assente.
e c'è anche questa sensazione di disagio
che mi riporta nel dolore,
come voler essere una cosa
più resistente,
il metallo con cui si forgiano le spade
e trafiggere
quel senso d'inadeguatezza
che è tutto quello che ho
in questa stanza dove cercavo l'amore.
e la luna entra dentro la finestra
illuminandola,
l'estate è stata troppo breve
come tutte le cose che aspettiamo
e io non so davvero che ci faccio qui,
con lei che non mi guarda mai,
con queste labbra addormentate dal vino,
giro la testa verso il muro,
le pareti hanno crepe profonde
e penso che non dormirò,
aspettando che lo spazio si accorci,
che le finestre non cigolino più,
che la distanza si sciolga in un abbraccio,
ma non so se succederà
e non lo credo neanche.