uno strumento di parole e ritmo,
dio mio,
usato solamente per non impazzire,
uno strumento affilato
come la carta del giornale,
contro il Novembre assassino che sbuffa;
adopero il mio strumento
col fine di ricomporre la Cosa,
ma la poesia è sobillatrice di falsità
e le parole come aghi di sperma
scivolano via dalle mie mani
mentre organizzo la pugnetta perfetta;
è tutto così vulnerabile, cazzo,
questa nostra fuga verso la vetta,
questa azione ostinata dell'Arte...
la luce scandisce a intermittenza
il colore della disperazione
e forse è proprio questo il senso
della mia poesia:
bagliori codardi,
brividi soffocati,
mentre la luna è così gialla
da far uscire di testa un ragioniere;
io impazzisco nel buio
perché le mie mani cercano
qualcosa di reale,
ma la testa è altrove,
il cuore soffoca
in una morsa di ragnatele e spilloni,
tutto si riduce a vuota insignificanza,
la sensazione è povera,
è povera,
mentre tutti cercano la Verità,
ma la poesia, forse,
è uno strumento di pochi
e a noi ci agguanta
e non ci lascia dormire,
questa grossa puttana!
questa moina del diavolo!