puttana, guarda oltre il tuo naso,
attraverso la grigia sbiadita disposizione delle mattonelle,
lì ci sono io.
ti sembra indifferente il cancro?
ecco, io ci sto morendo,
e sei tu la mia lenta metastasi,
il mio pigro disfacimento.
pensa alle mie parole dorate,
ascoltale, puttana,
quando giro completamente nudo
per la stanza
e tu mi ferisci,
e tu ti prendi gioco di me,
ascoltale, cazzo,
sono tenere come la pancia di un bambino,
sono d'oro, puttana.
il pomeriggio è una netta parentesi
tra il risveglio e un nuovo sonno,
e io ora arranco, nel pomeriggio,
mentre ti vedo specchiarti
e sorridere ai tuoi grossi difetti.
non ci sei che tu.
e io che mi trasformo,
io che chiedo un minuto di pace,
un minuto d'amore,
mentre non mi guardi
e ti confondi col vento.
ho perso l'ultima dignità,
quando tu baciavi la mia bocca
per indomabile sfizio,
quando salivi le scale
e mi lasciavi indietro.
ma l'uomo che ama
ha nella sua sofferenza
la rarità delle pietre preziose.
perciò non ascoltarmi,
scompari, puttana,
la mia bile è una perla sommessa
che non ti mostrerò,
non più,
ho solo sofferto per due occhi
che non vedono altro che il proprio riflesso.