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La mia faccia

la mia faccia è celebrativa,
salubre come un incendio radiocomandato
eppure anche malata.
la mia faccia è stanca come le mura di Roma,
coltivata in una strettoia di vomiti
e di sogni di cristallo;
Pietà! gridano le iridi, Pietà!
c'è un silenzio spaventoso dentro me,
lì, sulla mia herpes preferita,
e sulla peluria dei nei,
sulle bave da medicinali,
sane e malate come un pittore d'inizio secolo.
silenzio! gridano essi,
non temere il silenzio!
tu che col silenzio crei
voci refrattarie e sogni imbrillantinati,
piega giù la faccia verso lo zen,
intingila nel vomito,
fa di esso il tuo cerone
e la tua maschera perfetta,
siedi nel miracolo osceno di nessun grido.
io capisco solo la morte
e guardo la mia faccia malata
distendersi nell'obliquità di una risata carnevalesca.
questo non è bello,
le facce dei poeti sono così serie, perdio!
ma io sono solo l'immondizia di Dio,
lo scarico del cielo
che finisce negli acquitrini dell'Inferno.
io non conosco la bellezza.
e la mia faccia è bianca e strana
come la carta igienica degli autogrill.
non amarla. non amare le sue sconcezze.

 

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3 commenti:

  • Federica Cavalera il 05/12/2016 08:56
    In tutte le tue poesie c'è un filo conduttore, il malessere interiore di chi scrive, che esce fuori a chiare lettere, diciamo anche violento. Ma che trasmette un'emozione o cmq uno stato d'animo e alla fine questo deve fare una poesia scuotere gli animi e in ogni poesia che leggo questo succede. Mi ricorda tantissimo lo stile della beat generation.
  • silvia leuzzi il 03/12/2016 22:00
    Delle volte il nostro Io è troppo invadente, buttiamolo via. Bella comunque dolce Ferdinando
  • Gianni Spadavecchia il 03/12/2016 10:07
    Immagini tutte negative, ma il positivo ci sarà anche, no?
    Bella.

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