oh sempiterno gioco di fragole e coltelli,
che il mio dolore è una cosa robusta che galleggia
tra la di vostra dolcezza e la di vostra crudeltà,
che la mia voce rotta attraverso infiniti di gelo
fuoriesce come una Bomba Atomica,
che il mio cervello appassisce sempre,
mentre bevo altro nero caffè,
mentre uccido il miracolo della solitudine,
mentre mi trasformo in qualcosa di errato,
io, oggi, sono solo uno scarabocchio
nella vasta costruzione di cristallo della faccenda umana,
io credo nelle persone scarne, in abiti di devozione,
con bocche cucite se non per dire 'forse',
io credo in una favola che ha origini nel paleo della mia vita:
futuro di promesse rosa, frasi d'amore come il graffio d'un demonio
nella vita in incubazione, il tocco di Dio, la sua dolce
Parola nelle tempie, l'amore, l'amore.
oh peccaminosa aberrazione dell'uomo,
tanto la fragola tanto il coltello in te coesistono,
il tuo dolore è la sala d'ingresso nel tempio del disgusto,
attraversa lo spazio, sputa in faccia a questa offesa-vita
che ti ha reso così aguzzo e imperturbabile
e poi finisci pure il tuo lavoro d'amore,
tanto resta sempre l'amore, sempre resta dietro, l'amore.