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Mentre si svolge la morte

il dolore è una strada significativa nella notte buia del cuore del mondo,
una morte piccolina scivola giù attraverso i comignoli delle case,
gli uomini sono quisquilie fragili come uno scarabocchio sulla carta,
gli uomini attraversano le età, attraversano la rabbia di Dio
mentre si svolge questa morte che essi chiamano Conoscenza,
la strada si svela attraverso una ferita dove gli occhi incontrano
i connotati del viaggio, dove la vista muta verso una verità che non ha una meta.
non vi è sostanza nell'agiatezza di un cotone comodo.
così, ho fatto in modo di mettere dentro il cellophane un pezzo dei miei occhi
in questa notte buia che lacera le debolezze come un coltello,
attraverso sentimenti difficili e strade troppo strette, dove le pietre,
come una cosa inevitabile, hanno bucato la suola delle mie scarpe;
è abbastanza significativo credere in qualcosa che ti spezza le ossa,
questo dolore che si arrampica sul mio cervello come dita di giglio,
questa morte piccolina coricata sui sofà delle case dei vecchi,
aggrappata alle loro pantofole e alle loro calze consumate dagli anni del duro lavoro,
questa morte che scivola giù dagli occhi sotto la forma delle lacrime -
quando piangiamo, piangiamo sempre per accumulo-
voglio sapere, oggi, chi crede che da vecchi si vada vicini alla saggezza,
chi crede che l'età sia sinonimo di maturazione,
semplicemente s'impara a convivere con l'accumulo,
ci si fa pietra, nel pedissequo motivo della ripetizione perenne.
ora le mie mani, come guidate da un dio insensibile,
cercano le risposte ai perché e squartano antiche convinzioni,
infilano le loro dita nella carne molliccia della Realtà,
quando gli occhi hanno cessato di piangere le mie mani hanno afferrato bottiglie
per anestetizzare i tremori dell'ultimo elettroshock,
quando la sofferenza è diventata insostenibile sono diventato
arido come un sorriso di cortesia,
si diventa sempre aridi quando si soffre, mentre questa morte si svolge
e noi ci affrettiamo verso un Paradiso inesistente,
mentre moriamo a piccole dosi, come dentro a una prescrizione medica,
come in un incubo terribile, che si ripete, sempre, uguale, sempre,
siamo solo lo scarabocchio di Dio e c'affrettiamo verso la tomba
in questa notte buia nel cuore del mondo.

 

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2 recensioni:

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  • Gianni Spadavecchia il 05/01/2017 10:36
    Ma quanto sei bravo?
    Per me è una poesia immensa, magari un po' negativa, ma che descrive parecchia verità. Spesso si piange per accumulo e non si diviene saggi con l'età, ma con ciò che siamo in grado di acquisire e sopportare.
    Davvero bella, ti faccio i miei complimenti.
  • Rocco Michele LETTINI il 05/01/2017 08:42
    Eh se si recepiscano questi tuoi arguti versi! Il mondo vedrebbe a colori...
    Lieta giornata, Ferdinando.
    *****

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