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Santità

una follia santificante trasportano
alcuni uomini sui marciapiedi
come la bisboccia del dopo-lavoro
come un prolungamento di nessuna emozione
portato sulla schiena a lungo.

ho un nome speciale per le schiene ricurve
il lunedì mattina,
per la ripetitività del sudore,
per l'assenza di suono,
tutto questo dolore che passa attraverso
gli stipiti delle porte, questa pazzia che ci fa profondi,
mentre frantumiamo le mattonelle interne
della nostra acciaccata costruzione,
mentre la pelle si sfigura, i lineamenti s'inaridiscono
e il capoufficio lancia una risata
come un coltello che taglia la tenda.

come mio padre ho qualcosa di speciale:
non credo al miagolio del gatto quando fa le moine
e piango di rado nei funerali,
ma ho qualcosa di umano che si dispiega
profondamente in me
come la morte.

voglio dire, quando la matematica fallisce
io vedo i colori delle cose.

c' è tanta santità nelle botteghe del Viale Boccetta,
ci sono stigmate nei corrimano delle scale,
e c'è qualcosa che nessuna scienza
ha mai confutato come vero:
la bellezza delle cose semplici.

ora prenderò una decisione
circa il prossimo pasto da cucinare,
è sera, le tende sono calate, il palcoscenico è vuoto.

il nostro dolore è approssimazione alla morte,
è meglio credere in qualcosa,
non farsi risucchiare dal canale fognario della normalità.
così parlò l'ameba celinio.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 09/01/2017 18:16
    Straordinariamente esaustiva... per indurre a pensare.
    *****

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