Interrogarsi sulla vita è un po' come tentare di decifrare il linguaggio dei cumulonembi, con le variabili di poesia e terrore, i lampi di luce accecante, spesso mortali spesso sublimi, in poesia come nel resto.
poi ti svegli in un giorno di pioggia
vecchio coi finali del gioco
irrisolti sapendo
che molti non hanno giocato
che i cardelli non hanno cantato
che giocare è un po' prendere fuoco
e nel gioco gli sprazzi d'amore
sono sempre dolore che resta
nella testa le promesse di ieri
i doveri i voleri che ti hanno guidato
i pensieri che ti hanno mangiato
nella stalla la mammella di madre
il veleno avvizzito del latte
le ciabatte la forza che smorza
i tuoi ultimi sogni venendo meno
dal fondo questo mondo
che ti spinge alla fine
del pomeriggio quando le panchine
di ruggine sole tremano
sotto il morso battente del cielo
rossiccio capriccio perverso rincorso
il pomeriggio finisce finisce
la vita la vita finisce?