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Venga

ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno,
perché la foga l'un de l'altro insolla
(Purgatorio Canto V - vv. 16/18)


Nella normalità i pensieri hanno parto continuato
e si aspergono sui minuti - dispersi in goccia molle.
L'evanescenza aspetta all'angolo di fronte, legata
da stringhe di luce pallida che annullano le forze.

E il Centro è là - là dove tu tenti, disperatamente,
di vedere meglio - di mettere a fuoco - di carpire
un gesto - anche solo un moto, ma vero, della mente.
Anche solo una misera, piccola, ricarica di perennità.

Lasciami sapere quanto al sapere serve e quanto
vale questo strisciare verso i giorni - verso le notti.
Lasciami sentire il gusto del cuore carezzato -
la pace che cerca un regno - la pace che cerca Pace.

 

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1 commenti     4 recensioni    

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4 recensioni:

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  • frivolous b. il 08/03/2017 13:37
    Sì poesia di certo audace, qui... ma molto molto apprezzata!
  • Antonio Tanelli il 07/03/2017 11:23
    Lettura a parer mio impegnativa ma che arricchisce. complimenti.
  • vincent corbo il 05/03/2017 07:13
    Lettura di alto livello. Purtroppo ai più, il web serve per giocare.
  • Rocco Michele LETTINI il 03/03/2017 22:20
    ESPRESSIVE QUANTE RIFLESSIVE QUARINE FORGIATE CON MAESTRIA.
    SERENO FINE SETTIMANA, WALTER.
    *****

1 commenti:

  • Walter Tresoldi il 05/03/2017 09:34
    Grazie Rocco e grazie Vincent per l'apprezzamento.
    La poesia, praticandola, credo che abbia in sè la possibilità di far passare dal gioco alla serietà. Almeno lo spero.

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