Mi hai accusato di non aver mai amato
di essere passato da un letto all'altro
attraverso un corpo e un altro
e di esserci uscito inaridito più di un deserto.
Può essere.
Può essere che io abbia vissuto fino adesso solo in un sogno
barcollando fra un delirio e un altro
elemosinando e giocando a un gioco sadico
che mi ha distrutto.
Non faccio altro che chiedervi:
che cosa ne avete fatto delle parti di me che vi ho donato?
Vi ho donato tutto-tutto
e senza pietà
e del resto, sì lo so, voi non mi avevate chiesto nulla...
E che ne ho fatto dei vostri cocci rotti?
Non lo so, ma aggiustatevi da soli.
Mi hai detto che da soli non ce la si fa,
ma io non credo a questa fottuta teoria
per cui la pecora nera alla fine è più comodo
annetterla al gregge.
Certo pagherò lo scotto
come ho sempre fatto
soffrendo in silenzio
ingoiando lacrime
e fabbricandomi sorrisi ex novo
per non cedere all'illusione di non sentirmi solo in mezzo agli altri
e per concedermi l'estremo lusso di stare bene con me.
Può essere che io abbia vissuto in un incubo fino adesso
barcollando sul mio cuore sfranto
chiedevo a chi non mi sapeva dare
e questo ci ha distrutti.