Guarda il mondo da lassù,
piccola dolce Laika,
guarda le stelle
adesso più vicine,
guarda la Luna
com'è grande.
Prima non eri Laika,
ma Kudrjavka, e la tua casa
eran le strade di Mosca,
e i tuoi amici erano
al freddo come te
nel gelo dell'inverno.
Ci voleva qualcuno
da immolare sul
falso altare della scienza,
qualcuno che dimostrasse
la potenza dei soviet
all'intero mondo.
Chi più di te, piccola,
buona, figlia di nessuno,
chi più di te, col viso
da bambina curiosa,
chi più di te, con la tua
docile rassegnazione.
Ti hanno infilata in un cilindro,
ti hanno legata come un Cristo
venuto a redimere i peccati,
quelli umani della vanità,
della potenza e della forza,
e ti hanno lanciata in aria.
Tu li guardavi, sorridenti
della loro vanagloria,
tu aspettavi una carezza,
tu non sapevi che non saresti
mai più tornata nelle strade,
ma loro sapevano della tua fine.
Non è stato lungo il tuo calvario,
non è stato poi difficile morire,
ma tu hai piantato un seme
in tutti quelli che speran
di salvare i tuoi fratelli
dalle morti assurde e da
vite fatte di freddo e fame.
Dolce Laika, mi piace pensare
che tu sia ancora lassù
a guardare questo triste mondo,
mi piace pensare che tu ti
senta su una giostra
fatta per quelli che non
hanno conosciuto amore,
mi piace pensare che tu
sia ancora viva perché
quelle come te non moriranno mai!