Era un poeta mio padre.
Chino, con la zappa,
sulla dura zolla
scriveva le sue poesie
che sapevano
di pane cotto a legna e di vino aspro.
Era un gigante mio padre:
così io lo vedevo
quando scrutava il cielo,
con il suo sguardo fiero
e della pioggia aveva sentore
per quella gamba che gli doleva.
Era un poeta mio padre,
quando la sua fronte
scriveva parole di sudore
sui fazzoletti sfilacciati
di candide lenzuola
stese ad asciugare
sul filo dei miei abbracci.
Era un poeta mio padre
quando, nel camino,
attizzava il fuoco
e le scintille,
disegnando il suo silenzio,
raccontavano di un uomo
bruciato dall'amore.