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Luìs e il cane Alfredo

Stringevi forte quella mano, Luis,
non volevi lasciarla,
poi le tue braccia al collo
di colei che piangeva lacrime
di sangue e di dolore.

Non sono bastate le sue
e le tue lacrime feroci,
non sono bastate le tue grida,
non è bastato un crocifisso
alzato verso un cielo scuro.

Ti hanno strappato con la forza
a quelle braccia che ti avevano cullato,
ti hanno portato via da chi
ti faceva un cenno di saluto
con la mano mentre il cuore
sanguinava trafitto da cento spade.

Ti hanno portato dove tanti bambini
come te piangevano singhiozzando
stringendo al petto un cane di pezza
per dare il senso del calore,
unico ricordo di chi non era
più la notte accanto a te.

Hai paura, piccolo Luis?
Ci sono io con te, il tuo
amico di pezza Alfredo,
stringimi forte e fidati di me!

Gliela faremo vedere noi
a questi che stringono un fucile
per guardare bambini disarmati,
gliela faremo vedere noi
al drago coi capelli rossi
che sputa veleno e fiamme!

Sai che mentre noi siamo qui
al riparo, con una scodella di riso,
altri bambini sono al freddo su
una barca, sfidano le onde
e le tempeste per raggiungere
la terra promessa raccontata
dai vecchi intorno al fuoco?

Io sono Alfredo, non sento,
non vedo, non parlo,
nel petto non mi batte un cuore,
ma sarei felice di vedere
tutti i bambini del mondo
darsi la mano e sfidare
con i loro sorrisi
la cattiveria e la rabbia
di chi nel petto ha un cuore
che serve solo per pompare sangue!

 

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