Privato sono dell'allegrezza,
ricolma è l'anima di tristezza
lontano il sole e la sua calda carezza.
Tristezza, rossa di forgia, così è la tua temprezza
nel sangue, con furore, cerca il ricordo del primo amore
e il pianto suggella l'ira con lacrime di freddezza.
Carità che non ricordo, là dove nasce il dolore
che ora s'affligge e riempire questo antro vuole
e nel lacrimare cresce nelle membra il tremore
Eterno gelo a coronare la scellerata vita, così si suole
Caino ancor del fratello sangue invoca
Tolomeo, che con Simone e i figli suoi, ancora potere vuole
Iscariota, chiamò rabbi il giudeo, con voce roca
Traditore sono dell'Iddio e tradito sono dall'uomo
Mortale creatura che del creato la rovina invoca
Nulla valse il mio dire e il mio fare, nel suo duomo
Tornato sono in questo freddo e buio budello.
Di me leggere si può nel vecchio e sacro tomo.
Rimango qui con Erinni ed il loro duro flagello
Attendo la mesta fine della creatura, così è dato
Per tornar all'antico sugello per l'amore dell'agnello.