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Delirio d'autore
Abbassa quelle arie
tu,
che con la penna
ti senti onnipotente.
Tu,
che tutto puoi
perché baciato
da una prodiga natura,
dietro la pagina
smetti di far la ruota,
dì grazie al caso
perché non è da tutti
avere il dono.
Tu,
che sei alfa e omega,
alba e tramonto,
spirito aereo e onnipresente
di ogni affabulare,
genesi e forma
d'ogni pensiero ed emozione.
Tu,
che puoi giocar
con sorte e sentimento,
a rimpiattino
fra le righe.
Tu,
che sei genio
e scemo del villaggio.
Dispensator munifico
di vizi e di virtù.
Tu,
che puoi dar morte ai vivi
e vita ai morti,
e sperimentar l'ebbrezza
dell'immortalità.
Tu
che puoi plasmare,
e combinare a piacimento
realtà con fantasia.
E con un colpo di bacchetta
far di gigante un nano,
d'abisso una montagna,
e di canaglia un santo immacolato.
Tu,
che sei insieme
Omero e Molly Bloom,
Dante Alighieri e Sancio Panza,
Shakespeare e Shahrazād,
Goethe e Jean Valjean,
Andersen e Lolita,
...
Tu,
che fra mille intrecci immaginari,
con massima destrezza,
d'ogni creatura tieni le umane e sovrumane fila.
Tu,
che sei maestro d'apparenza,
e mago d'illusioni,
abbassa le tue arie,
scrittore,
tu non sei dio.
Tu della rosa non sarai mai la cosa,
ma solo il nome.
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