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Delirio d'autore

Abbassa quelle arie
tu,
che con la penna
ti senti onnipotente.

Tu,
che tutto puoi
perché  baciato 
da una prodiga natura,
dietro la pagina
smetti di far la ruota,
dì grazie al caso
perché non è da tutti
avere il dono.

Tu,
che sei alfa e omega,
alba e tramonto,
spirito aereo e onnipresente
di ogni affabulare,
genesi e forma
d'ogni pensiero ed emozione.

Tu,
che puoi giocar
con sorte e sentimento,
a rimpiattino 
fra le righe.

Tu,
che sei genio 
e scemo del villaggio.
Dispensator munifico 
di vizi e  di virtù.

Tu,
che  puoi dar morte ai vivi
e vita ai morti,
e sperimentar l'ebbrezza
dell'immortalità.

Tu
che puoi plasmare,
e combinare a piacimento
realtà con  fantasia.
E con un colpo di bacchetta
far di  gigante un nano,
d'abisso una montagna,
e di  canaglia un santo immacolato.

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