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Senza futuro

Da qualche parte tra le sacre schiere o
nelle impronte di un sentiero umido sconosciuto alla vergogna,
vogliono la mia testa.

E va bene

Storie di bestie, trattenute dalla battaglia celeste,
un grande scalpitare di zoccoli e zoccole,
sul molliccio degradarsi di una conchiglia vacante.

E va bene.

Il tuo dio che popola il suo solo orgoglio
mi ha chiesto di preghiera di sacrificarmi:

Da qualche parte, per un motivo triviale
avranno la mia testa.

Mi hai cantato tra i ciliegi in fiore
il vapore di un brivido caldo
dove per un attimo
d'amore
ho toccato il senso.

Come saperti morta e mia
o mia e non più
guardarti tra gli occhi scendendo nella profondità
dell'origine della tua bellezza.

Da timido morente mi benedivo nella tua acqua pura
ed io lo stesso, acqua pura che si sporca dove gli altri infilano le mani
avrei bisogno di ritornare a te, perché

Solo tu hai sempre potuto fermare
il contagio di putrefazioni che si toccano
e anche l'acqua marcisce
ma di stanchezza
della noia
di troppe celebrazioni per devoti sudici protestanti
che infilano le mani e si benedicono
là dove io già l'ho maledetti.

Non so dove, ma di un posto non toccato dalle tue ciglia,
vedrò ciò che resta.

Da qualche parte, il luogo marcio e marcio io stesso,
non so perché ma va bene,
avranno la mia testa.

 

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1 commenti:

  • Andrea Aprile il 20/06/2024 14:34
    Si sarebbe potuta intitolare anche "Avranno la mia testa". Però se parla dell'umanità, se è una critica a ciò che è successo durante gli ultimi anni, delle acquasantiere negate, allora si, siamo senza futuro.

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